giovedì 30 aprile 2020

STEP #12

ARS MEMORIAE
Ars memoriae ("L'arte della memoria") è un'opera in latino del filosofo Giordano Bruno pubblicata a Parigi nel 1582.
 L'arte della memoria ha bisogno di sostrati: i sostrati primi (i subiecta), cioè "spazi" dell'immaginazione atti ad accogliere i simboli adatti, ossia i sostrati apposti (gli adiecta) tramite l'operazione di uno strumento opportuno.
Bruno altera i nomi: il locus diventa subiectus e l'immagine simbolica diventa adiectus.
Con questi presupposti, l'autore costruisce un sistema che associa alle lettere dell'alfabeto immagini tratte sia dalla mitologia sia dalla quotidianità, in modo da rendere possibile la codifica di vocaboli e concetti secondo una particolare successione di scene nello spazio dell'immaginazione. Le lettere possono essere visualizzate su diagrammi circolari, o "ruote mnemoniche", che girando e innestandosi l'una dentro l'altra, forniscono strumenti via via più potenti.

Prima prassi
La prima prassi può essere utilizzata per memorizzare una sequenza di lettere qualsiasi.
Il sistema proposto da Bruno consta di ruote mnemoniche, ciascuna composta di trenta simboli (le ventitré lettere dell'alfabeto latino più quattro dell'alfabeto greco e tre dell'ebraico). Si devono immaginare tali simboli disposti lungo il bordo della ruota in senso orario. Per consentire la memorizzazione, Bruno associa a ogni lettera una possibile immagine, in modo che ogni sequenza da ricordare sia associata a una scena: memorizzando la scena e conoscendo il sistema di codifica, sarà allora possibile decodificando la scena risalire alla sequenza
  • La prima ruota si riferisce alla prima lettera della sequenza: Bruno definisce tali lettere agentes, perché si riferiscono a immagini di "attori".
  • La seconda ruota, che serve per la seconda lettera della sequenza, contiene le actiones, cioè le "azioni" che gli attori compiono.
  • La terza ruota contiene gli insignia ("insegna"), ovvero attributi che qualificano l'azione.

Le scene che Bruno propone per le prime due ruote (visualizzabili l'una dentro l'altra), e che quindi contengono ciascuna un personaggio attore e un'azione, sono:

  1. AA = Licaone a banchetto
  2. BB = Deucalione con le pietre
  3. CC = Apollo con Pitone
  4. DD = Argo col bue
eccetera, fino a 30: שש = Glauco con l'erba.
Immaginando ora di innestare la ruota degli attori e quella delle azioni l'una dentro l'altra e di far ruotare la ruota interna mentre l'esterna resta fissa, si ottengono nuove possibili combinazioni: ognuno degli attori potrà compiere una qualsiasi delle trenta azioni tipiche del personaggio agente prima associato

Seconda prassi
La seconda prassi è utilizzabile quando si vogliano ricordare termini completi.
L'artificio è simile a quello della prima prassi, con la differenza che ogni lettera deve essere ora intesa come associata a una vocale (le cinque dell'alfabeto latino), venendo così a rappresentare una sillaba della parola che si vuol ricordare. Ogni singola ruota corrisponde pertanto a 150 sillabe, che possono così essere individuate:
1: Aa – 2: Ae – 3: Ai – 4: Ao – 5: Au – 6: Ba ... 149: שo – 150: שu
A ognuna di queste combinazioni è associabile un'immagine, secondo la stessa metodologia indicata nella prima prassi. Per questa seconda prassi Bruno descrive quindi tre nuovi gruppi di immagini, così suddivisi:
  • Primo gruppo di immagini, corrispondente alla ruota degli inventori
  • Secondo gruppo di immagini, corrispondente alla ruota degli aggettivi
  • Terzo gruppo di immagini, corrispondente alla ruota delle cose

Con un sistema di cinque ruote si hanno in tutto 750 sillabe, cui sono associabili 750 immagini.

Bruno descrive infine un ultimo gruppo di 150 immagini, così suddivise:
  • 36 immagini zodiacali, divise in 12 gruppi di tre ciascuno
  • 49 immagini planetarie, divise in 7 gruppi di sette ciascuno
  • 1 immagine del Drago della Luna
  • 28 immagini delle Case della Luna
  • 36 immagini collegate alle Case della Luna
A esemplificazione delle immagini, ecco la descrizione della prima delle tre immagini zodiacali del Sagittario:
«Tiene la prima configurazione del sagittario un uomo tutto armato, che porta uno scudo nella sinistra, e nella destra una larghissima spada, al cui incedere la terra sembra tremare»
 (Bruno 2008, introduzione, pp. 192-193)

mercoledì 29 aprile 2020

IL CIFRARIO DI BACONE
Cifrario di Bacon o baconiana cifra è un metodo di steganografia (un metodo di nascondere un messaggio segreto in contrasto con appena un cifrario ) ideato da Francis Bacon nel 1605. Un messaggio è nascosto nella presentazione del testo, piuttosto che il suo contenuto.
«Ad ciphras igitur veniendum. Earum genera haud pauca sunt: ciphrae simplices; ciphrae non significantibus characteribus intermixtae; ciphrae duplices literas uno charactere complexae; ciphrae rotae; ciphrae clavis; ciphrae verborum; aliae. Primo, universae literae alphabeti in duas tantummodo literas solvantur per transpositionem earum. Nam transposition duarum literarum per locos quinque differentiis triginta duabus, multo magis viginti quatuor (qui est numerus alphabeti apud nos) sufficiet.»
In poche righe, Bacone introduce il suo sistema cifrante basato su due lettere: a e b, opportunamente combinate in gruppi di cinque.
Per codificare un messaggio, ogni lettera del testo in chiaro è sostituito da un gruppo di cinque delle lettere 'A' o 'B'. Questa sostituzione viene effettuata secondo l'alfabeto del cifrario Baconian (dal latino), mostrato di seguito. 
   

 

Così, il messaggio chiaro viene cifrato nel messaggio intermedio, avendosi sostituito ogni suo carattere col gruppo di cinque lettere ad esso corrispondente: ad es., se il messaggio comincia con la parola Londinium, allora la sua prima lettera, la L, verrà sostituita con: ababa e così, analogamente, fino alla fine del messaggio chiaro.
Completata la cifratura del messaggio chiaro nel messaggio intermedio si procede al suo occultamento in un messaggio chiaro anodino con un’operazione di steganografia, cioè di dissimulazione nel messaggio apparentemente normale.

venerdì 24 aprile 2020

STEP #11



Era stato chiamato provvisoriamente 2019-nCoV il nuovo coronavirus isolato in Cina all’inizio dell’epidemia. Il virus ha però cambiato nome: l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) ha classificato il nuovo coronavirus denominandolo Sars-CoV-2 ed è con questo nome codificato che lo European Centre for Disease Prevention and Contro (ECDC) si riferisce al nuovo coronavirus sul suo sito. 
Individuato anche il nome codificato per la malattia che deriva dall’infezione da Sars-CoV-2: il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha annunciato l’11 febbraio che è stata denominata ufficialmente COVID-19. 
La malattia provocata dal coronavirus ha ricevuto un nome l’11 febbraio, poche settimane dopo essere stata scoperta in Cina. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha deciso di chiamarla COVID-19, una sigla composta da diversi elementi: 
  • “CO” sta per “corona”, 
  • “VI” per virus.
  • “D” per disease (“malattia” in inglese), 
  • “19” serve per indicare l’anno di identificazione (la malattia è stata individuata alla fine del 2019). 
Le linee guida prevedono che il nome di una nuova malattia infettiva possa contenere elementi che la descrivano in maniera generica o parzialmente specifica – nel caso in questione, la parte “COVI” del nome attribuisce la causa a un coronavirus – e altri elementi che aiutino a distinguerla da altre, come l’anno in cui si è sviluppata, la fascia d’età che colpisce, la sua severità e il periodo dell’anno in cui si sviluppa di solito.
Ogni malattia ha quindi un codice identificativo che è immediato; infatti, in particolare in questo caso, attraverso il nome capiamo immediatamente la famiglia a cui appartiene il virus (coronavirus) e la datazione.

lunedì 20 aprile 2020

IL CODICE GENETICO


Il codice genetico è il sistema per cui le informazioni genetiche codificate nel DNA arrivano a operare la sintesi di tutte le proteine necessarie alla vita degli organismi. Il suo linguaggio si basa su un "alfabeto" molecolare rappresentato dalla sequenza dei nucleotidi del DNA, che viene tradotto nella sequenza degli amminoacidi di una proteina. Il codice genetico dispone di 4 "lettere" (le 4 diverse basi azotate) per specificare i 20 amminoacidi. Utilizzando gruppi di 3 nucleotidi (triplette, o codoni) si ottengono 4= 64 combinazioni diverse.


 Tre di queste triplette (triplette non senso) non corrispondono a nessun amminoacido: esse servono per segnalare la fine della catena proteica. La tripletta AUG indica l'inizio della catena proteica; a essa corrisponde anche l'amminoacido metionina. 
Si definisce gene la sequenza di triplette che codifica una proteina.

Il codice genetico è ridondante, poiché uno stesso amminoacido è codificato da più di una tripletta. Le triplette che codificano lo stesso amminoacido sono molto simili e generalmente differiscono solo per l'ultima delle tre basi. Ciò ha suggerito l'ipotesi che l'informazione fondamentale sia contenuta nelle prime due basi e che la terza serva a garantire una maggiore precisione. Il codice genetico è universale, dal momento che è identico in tutti gli esseri viventi.

Per molti amminoacidi  è segnato più di un codone (tripletta), per questo si dice che il codice è degenerato.

giovedì 16 aprile 2020

STEP #9

KRYPTOS
   

Kryptos (dal greco κρυπτός -ή -όν "kryptòs -è -òn", significato: nascosto) è una scultura  dell'artista statunitense Jim Sanborn collocata nel quartier generale della CIA (Central Intelligence Agency) a Langley  in Virginia.
Dalla sua posa avvenuta il 3 novembre 1990 vi sono state molte speculazioni circa il significato del messaggio crittografato contenuto nella scultura; è spunto di riflessione, di scambio e di distrazione per gli impiegati della CIA ed altri crittoanalisti impegnati a decifrarne il messaggio.

STEP #8



LA GIUSTIZIA: UN CODICE ETICO

Nel I libro della 'Repubblica' di Platone si discute ampiamente su cos'è la giustizia.


«Non abbiamo forse convenuto che la giustizia è la virtù dell'anima, l'ingiustizia il suo vizio?» «Sì , l'abbiamo convenuto».
«Quindi l'anima giusta e l'uomo giusto vivranno bene, l'uomo ingiusto vivrà male».
 «Pare di sì », rispose, «secondo il tuo ragionamento».
 «Comunque chi vive bene è sereno e felice, chi non vive bene tutto il contrario».
 «Come no?»
 «Quindi il giusto è felice, l'ingiusto è infelice». «Ammettiamolo», disse. «Ma essere infelici non giova, essere felici sì ».
 «Come no?» «Quindi, beato Trasimaco, l'ingiustizia non è mai più vantaggiosa della giustizia».

Socrate identifica la giustizia in un codice morale che prescinde dalle azioni esteriori. Con Socrate la giustizia acquisisce una connotazione etica che presiede a monte del buon esito di un'azione e che ha che fare con le intenzioni più proprie dell'individuo che muovono come motore primo alla conduzione di una vita giusta.
Se tra gli astanti la preoccupazione principale riguarda la vita concreta e pratica del quotidiano che ha a che fare con i rapporti interpersonali e con il guadagno che da essi ne deriva, l'interesse di Socrate ruota invece attorno ad un'idea di una natura psichica e immortale dell'anima che vede nella giustizia la virtù sua propria che le permette di raggiungere un buon equilibrio e un buon governo di sé già in questa vita.

giovedì 9 aprile 2020

UN NUOVO LIBRO: IL CODICE
Intorno al II-III secolo dopo Cristo, lentamente, il rotolo è sostituito dal codice. Il codice è il libro come lo conosciamo oggi, un insieme di fascicoli legati fra loro e magari chiusi tra due copertine.

Di che materiale erano fatti i codici? 
Di papiro, come i rotoli, ma in seguito sempre più di pergamena (o membrana), cioè di pelle di agnello o di capra perché nel frattempo il papiro era diventato un materiale sempre più raro. La pelle era trattata per ammorbidirla e renderla adatta alla scrittura (era immersa nella calce, raschiata, levigata per ridurre al minimo le differenze fra il lato del pelo, più ruvido, e il lato della carne molto più liscio e morbido). Per scrivere pochi codici erano necessarie le pelli di un intero gregge.

Ma perché il codice lentamente sostituì il volumen?
Il codice è più maneggevole del rotolo ed è più adatto alla lettura privata. Da questo punto di vista il codice aveva un vantaggio notevole: consentiva al lettore di leggere con una sola mano o appoggiando il codice su di un leggio. Il lettore non aveva bisogno di occupare le due mani e, in questo modo, poteva scrivere note a margine del testo o tra una riga e l’altra.  Ma anche il codice di pergamena era ingombrante e pesante, la pe Ricordi quando ti ho detto che nelle biblioteche si scrive? Ebbene questo è molto più facile da quando il libro ha la forma del codice.  rgamena aveva uno spessore che impediva di rilegare molte pagine insieme. Quando nel tredicesimo secolo si diffuse la carta nacque una materia scrittoria straordinariamente leggera e a buon mercato. Così il libro, quando era ancora manoscritto, diventò sempre più piccolo, portatile, utilizzabile anche in viaggio.
Poi c’è un’altra cosa molto importante. Il codice coincide con la forma delle scritture sacre nelle religioni del libro, come la religione cristiana e musulmana. Infatti gli storici ci dicono che il codice è legato all’affermarsi del cristianesimo. Dopo il cristianesimo il codice consente di portare con sé un libro intimo come il messaggio di Cristo e di diffonderlo. La sacralità del libro è presente in tutte le immagini del cristianesimo. 

I codici miniati
Il codice miniato è un libro antico scritto a mano e decorato. Non era fatto di carta come i libri di oggi, ma di pergamena, ottenuta con pelli di pecora, capra o vitello trattata in modo da formare fogli su cui scrivere.
I primi manoscritti miniati ed illustrati li troviamo già nel V sec. d.C., tuttavia
libri e rotoli venivano decorati anche in epoca classica. Infatti, i rotoli di papiro
venivano decorati nell’antico Egitto ed in Grecia. La grande diffusione della
pratica di illustrare i manoscritti è comunque una conseguenza dell’invenzione del libro vero e proprio, cioè, il passaggio dal rotolo di papiro ai codici consistenti in fogli di pergamena rilegati insieme. 
Dopo la stesura del testo, terminato il lavoro da copista, il miniatore prendeva in carico il manoscritto decorando le lettere iniziali, i margini o anche l'intera pagina.

mercoledì 8 aprile 2020

STEP #7

Codice a barre
Onoriamo l’altissimo vessillo
che sventola sul regno della cosa
l’anima crittografica del prezzo
rosa del nome e nome della rosa
mazzo di steli, fascio
di tendini e di vene
– polso
per auscultare
il battito del soldo.
Valerio Magrelli

 In Codice a barre, il primo dei testi tratti da Didascalie per la lettura di un giornale (1999), il corpo - con i tendini, le vene e quanto costituisce il polso - sembra erompere nel testo gratuitamente e d’improvviso, inaspettato, mentre si parla di tutt’altro (appunto di un codice a barre).

domenica 5 aprile 2020

STEP #6

IL CODICE DA VINCI


Il codice da Vinci (The Da Vinci Code) è il quarto romanzo thriller dello scrittore Dan Brown. È il secondo romanzo, dopo Angeli e Demoni, che richiama in chiave critica la condotta della Chiesa cattolica e che ha per protagonista il professore Robert Langdon.

                                          

IL CRYPTEX
Il cryptex è un dispositivo immaginario descritto da  Dan Brown nel suo libro Il codice da Vinci, ipotizza che Leonardo da Vinci avesse inventato un meccanismo geniale, capace di tutelare meccanicamente un’informazione segreta.  Il termine cryptex è un neologismo coniato da Brown dalla fusione (sincrasi) di cryptology (crittologia) e codex (manoscritto).
 Nel racconto di Brown i personaggi cercano di accedere al segreto del Sacro Graal aprendo vari cryptex, contenuti uno nell'altro allo scopo di aumentarne la sicurezza. 
Nonostante nel romanzo si sostenga che la descrizione di tale oggetto sia stata trovata nei diari segreti dello stesso Leonardo da Vinci, non esiste alcuna prova di tale affermazione. 

Come funziona il criptex?
Il cryptex che compare nel racconto è descritto come un cilindro cavo formato da cinque dischi di marmo sovrapposti l'uno all'altro e tenuti insieme da una intelaiatura di ottone. I cilindri recano incise le lettere dell'alfabeto di modo che, ruotandoli, si possono formare parole di cinque lettere. Il cryptex funziona come un lucchetto a combinazione: se i dischi formano la parola corretta, delle tacche interne ai dischi si allineano, permettendo al cilindro di aprirsi. All'interno del cilindro possono essere contenute informazioni segrete, scritte su un papiro avvolto attorno ad una fiala di aceto: se si tenta di aprire il cryptex con la forza, la fiala si rompe e l'aceto corrode il papiro prima che possa essere letta.  


Curiosità
Il cryptex potrebbe essere aperto con una ricerca esaustiva: dedicando 8 ore al giorno per provare tutte le possibili combinazioni in modo meccanico, si riuscirebbe ad aprire il cilindro in meno di un anno (assumendo un alfabeto di 21 lettere e un tempo di un paio di secondi per ogni combinazione), ma si potrebbe essere fortunati e riuscire ad aprirlo molto prima.
Moderni metodi quali i raggi X permetterebbero di esaminare la struttura interna del cilindro, e di ricavare la combinazione.
Molto più semplicemente, si potrebbe mettere il cryptex nel frigorifero (od esporlo a rigide temperature invernali) per congelare l'aceto (che solidifica a -2 °C) ed aprirlo così con la forza bruta, senza bisogno di conoscerne la combinazione e senza pericolo di rovinare il papiro ivi contenuto.
Nel romanzo sopra citato però tutte queste ipotesi (tranne forse l'ultima) non sono applicabili poiché i protagonisti sono in fuga continua, hanno a disposizione poco tempo per trovare la combinazione e non hanno a disposizione mezzi come le radiografie.


REALTA' O FINZIONE?
Il romanzo è una stratificata opera che mescola realtà storica, finzione letteraria e cinematografica, teologia e teorie cospirative in un prodotto che ha suscitato notevole clamore al momento della sua uscita.
Il best seller ha rinfocolato il dibattito sull'attendibilità delle verità contenute nei vangeli apocrifi, soprattutto con riferimento alla tesi per cui Gesù avrebbe sposato Maria Maddalena  e avrebbe avuto dei figli da lei, di cui non vi è documentazione alcuna nel Nuovo Testamento e nelle altre fonti storiche.
 In un intervista alla CNN nel 2003, Dan Brown chiarisce
«Martin Savidge: Quando parliamo di Leonardo Da Vinci e del tuo libro, quanto è vero e quanto è inventato da te nella narrazione?

Dan Brown: Il 99% è vero. Tutto ciò che riguarda l'architettura, l'arte, i rituali segreti, la storia, tutto ciò è vero, i vangeli gnostici. Tutto ciò che... tutto ciò che è finzione, ovviamente, è che esiste un simbologista diHarvard chiamato Robert Langdon e tutte le sue azioni sono inventate. Ma il contesto è tutto vero.»


sabato 4 aprile 2020

IL CODICE CIVILE

Un codice è, nel campo della legge,  l'insieme di tutte le norme giuridiche sistematiche su qualche materia in modo unitario.
Il Codex Maximilianeus Bavaricus Civilis del 1756 fu il primo corpo di leggi usato per l'indicazione del codice civile. Il concetto si è evoluto nel tempo e, del XIX secolo, la maggior parte dei paesi hanno cominciato a emanare i propri codici civili.
Il primo codice civile moderno e che assomiglia più da vicino i codici attuali è il codice civile francese promulgato da Napoleone Bonaparte nel 1804. Napoleone voleva consolidare i diversi aspetti della tradizione giuridica francese in un corpo giuridico, in modo che la struttura giuridica del vecchio Regime ha perso i suoi effetti. 
Il Codice napoleonico ha ispirato e incoraggiato lo sviluppo dei codici civili della maggior parte dei paesi europeo e americano.

Il Codice civile italiano è un corpo organico di disposizioni di diritto civile e di norme giuridiche di diritto processuale civile di rilievo generale e di norme incriminatrici.
E' stato emanato nel 1942 e contiene al suo interno un totale di 2969 articoli che a loro volta sono suddivisi in comma, dovrebbe dunque costituire la raccolta di tutte le norme in materia di diritto civile. 
Il codice è costituito da norme di carattere ordinario, quindi significa che il suo valore è pari a quello di qualsiasi altra legge. 
La prima parte del codice presenta la costituzione italiana; in seguito vi è la disposizione sulla legge in senso generico seguita dal codice vero e proprio formato dai vari articoli
Nel Codice, in cui molti principi che si applicavano in materia di commercio sono stati estesi a tutto il diritto privato, è prevalsa la concezione unitaria, in modo che il Codice civile, assorbendo il Codice di commercio, regola tutti i settori dell’attività dei privati; e ciò perché il lavoro è considerato elemento essenziale dell’ordinamento giuridico e i rapporti economici sono riferiti nel libro del lavoro al concetto dell’impresa e dell’imprenditore, la cui disciplina assorbe una buona parte della materia che prima era regolata dal Codice di commercio, mentre un’altra parte, quella dei contratti, è regolata nel libro delle obbligazioni.

mercoledì 1 aprile 2020

STEP #5

                             CODICE ETICO